MADRE!

Questa voce fa parte 28 di 41 nella serie N3 2025

8 MARZO

Madre! e la rappresentazione ecofemminista della Bibbia

Di Morgana Maria Mosconi  

“Non puoi immaginare cosa si prova davvero se un figlio non ce l’hai. Tu dai, dai, dai… e non è mai abbastanza”. Si può considerare questa la frase più significativa di Madre! (Mother!, Darren Aronofsky, 2017), pronunciata da Donna (Michelle Pfeiffer) parlando con Madre (Natura, o forse Donna lei stessa, interpretata da Jennifer Lawrence). È così che vengono chiamati i personaggi, senza nomi di persona ma attribuendo termini dettati da fattori puramente funzionali. Aronofsky decide di lavorare su un piano allegorico, le cui interpretazioni possono essere molteplici; quella più evidente è legata alla simbologia biblica. Ragionando in questi termini, ogni personaggio, avvenimento e scenario rappresenta ciò che è raccontato nelle Sacre Scritture. Nelle prime scene ci viene mostrata una casa in frantumi e Lui (Javier Bardem) che, posizionando una pietra trasparente su un piedistallo, la fa rinascere. Donna (Lawrence) si alza dal letto cercando Lui in una vestaglia semitrasparente, accentuandone la natura materna.

Impariamo presto che la protagonista sta ristrutturando la casa, con la quale sembra avere un legame speciale, sentendone il cuore quando poggia la fronte alle pareti. Per  questo possiamo intendere la casa stessa come pianeta Terra. Il compagno, patriarca della famiglia, è un poeta colpito dal blocco dello scrittore. Una sera bussa alla porta Uomo (Ed Harris), raccontando di aver confuso la dimora per un B&B. Lui decide di farlo accomodare come fosse un amico; Madre non sembra convinta, ma decide di assecondare Lui. Oltre alla lettura biblica, in questa sequenza si può intuire un’altra interpretazione possibile, quella ecofemminista: Madre viene oggettificata diverse  volte dagli uomini e non viene mai presa seriamente, considerata dagli ospiti noiosa e rigida, senza la  capacità di condividere.

Aspetto importante se pensiamo che è stata abbastanza generosa da creare il luogo ospitante Lui e il resto dei personaggi, continuando a sopportare le continue offese e lamentele. Così viene raccontato a grandi linee il trattamento riservato alle donne nel corso della storia, creando una similitudine tra questo e il trattamento, per certi versi simile, degli esseri umani rispetto alla Terra. Andando avanti, Lui fa rimanere Uomo a dormire, ignorando il parere di Madre. Il giorno seguente si presenta a casa Donna, compagna di Uomo. Questi sono una chiara rappresentazione di Adamo edEva. Possiamo notare in una scena una ferita alle costole di Uomo (“Dio il Signore, con la costola che aveva tolto all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo” Gn 2:21,22). I due, molto incuriositi  dalla pietra trasparente nello studio di Lui, decidono di prenderla per guardarla nonostante non fosse permesso, rompendola. Lui dice loro di uscire e scendere al piano inferiore, proprio come Dio aveva cacciato Adamo ed Eva dal Giardino dell’Eden dopo il peccato originale (“Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden” Gn 3,23-24). Dopo di lei seguono i figli (Domhnall e Brian Gleeson). Litigando per i soldi del padre, uno finisce ucciso dall’altro, ricordando Caino e Abele (“Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise” Gn 4,1-16).

Dopo essere andati via per un po’, Uomo e Donna tornano per celebrare il funerale dei figli e decine di persone entrano in casa come fosse la loro. Madre mostra fastidio per gli “ospiti”, irrispettosi nei confronti della casa. Intanto questi iniziano a sviluppare una sorta di ossessione verso Lui. Durante il funerale, qualcuno rompe, nonostante le ripetute avvertenze di Madre, un lavandino non ancora fissato al muro, e l’acqua inizia a bagnare ogni cosa, facendo uscire tutti.

Altra rappresentazione biblica, questa volta del diluvio universale (“Ecco, io sto per mandare il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne in cui c’è soffio di vita; quanto è sulla terra perirà” Gn 6,17, 22). In queste sequenze si può percepire la nota ecofemminista, secondo la quale gli uomini non hanno mai voluto dare autorevolezza alle donne, proprio come non hanno mai ascoltato ciò che la Terra gli comunicava. Madre ripete svariate volte le regole, ma nessuno l’ascolta; chiedono scusa, ma appena la donna discosta lo sguardo tornano a fare  qualcosa di sbagliato. Abbiamo poi un piccolo momento di pace senza ospiti. Madre rimane incinta e grazie a ciò Lui viene ispirato, terminando la sua nuova opera (simbolicamente le Sacre Scritture). Una folla di sconosciuti si presenta alla porta, adulando Lui e volendo vedere Madre, dandole importanza solamente ora che è incinta e può procreare altra vita, unica cosa venerata delle donne. Lei si rifugia in casa ma in poco tempo le persone arrivano, trasformando il piano inferiore in un ammasso  di feste e risse. Col passare del tempo, vediamo gli ormai seguaci compiere dei veri e propri riti religiosi, attaccando santini di Lui e prendendo l’Eucaristia. Nel mentre Madre partorisce in una stanza vuota con Lui, il quale porta successivamente il bambino in mezzo alla folla. Madre lo segue disperata e vede passare il neonato di mano in mano come venerato, per poi venire ucciso e divorato dai fedeli, cruda rappresentazione di Gesù (“Questo è il mio corpo che è dato per voi: fate questo in memoria di me” Luca 22:19,20). Madre viene poi gettata a terra e completamente degradata, colpita e svestita da tutti i fedeli. Lui viene in suo soccorso, ma parla di come dovranno imparare a perdonare i fedeli, citazione al perdono di Dio. A questo punto Madre è arrivata al limite: nonostante le  umiliazioni ricevute che la facevano sembrare impotente, rimane pur sempre Madre Terra, capace di creare e distruggere. Corre nei sotterranei e rompe una tanica con una sostanza infiammabile, dandole fuoco. Dopo l’incendio, ciò che rimane è Madre, sfregiata dalle fiamme, e Lui, in perfette condizioni  per la sua condizione divina. Madre, ancora viva, viene trasportata da Lui, che le chiede un’ultima cosa: l’amore che le è rimasto. Lui le strappa il cuore dal petto, trovando la pietra trasparente che avevamo visto all’inizio e posizionandola nello studio. Dopo tutto questo, la storia si ripete, la casa rinasce e nel letto si vede un’altra Madre (Laurence Leboeuf), rivelando un processo ciclico che continua da tempo. Aronofsky inscena la sua “bibbia ecofemminista” intrisa di ipocrisia, crudeltà e pessimismo, mostrandoci il caos che esplode nello schermo e nello spettatore. Aronofsky è chiaro, il caos è destinato a ripetersi, insieme al trattamento a cui le donne vengono sottoposte che  inevitabilmente si intreccia a quello del Pianeta Terra. Per sempre.

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Autore

  • Tutto parte da un amore per la moda. Con un riguardo particolare verso le sottoculture, quella gotica come capostipite tramandato dalla famiglia, l’interesse di Morgana sfocia poi nel costumismo (volente o nolente, vista la cerchia sociale costruita al DAMS). Se non sta spulciando tra gli archivi di Maison Margiela, Balenciaga, Vivienne Westwood o Alexander McQueen potete trovarla intenta a cucire e conseguentemente piangere, attività preferita dalla redattrice. Si impegnerà con la sua rubrica a dare risalto ad un settore cinematografico spesso sottovalutato.


     

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