BRIDGET JONES – UN AMORE DI RAGAZZO
Di Sara Pellacani
La goffa e irrefrenabile Bridget Jones (Renée Zellweger) ritorna al cinema con il nuovo e ultimo capitolo della saga tratta dalla fortunata serie omonima di romanzi della scrittrice Helen Fielding, Bridget Jones – Un amore di ragazzo (Bridget Jones: Mad About the Boy). Nel film diretto da Michael Morris, la protagonista, alla soglia dei cinquant’anni, è alle prese con la vita da mamma single di due bambini dopo la tragica scomparsa del marito Mark Darcy (Colin Firth) durante una missione umanitaria in Sudan. Sarà poi l’incontro con due uomini, di cui uno molto più giovane della donna, a cambiare le carte in tavola e a catapultare Bridget nuovamente in un turbinio di sentimenti e momenti imbarazzanti, che da sempre fanno parte della vita della protagonista.
La pellicola propone una nuova versione di Bridget che, ormai sconsolata dopo la morte del marito, cerca di barcamenarsi nel compito di madre single occupandosi di entrambi i figli e facendo fronte ad una serie di sfide, come il confronto quotidiano con le altre madri della scuola sempre apparentemente perfette e con tutto sotto controllo. Da qui tutta una serie di momenti comici quasi slapstick che la protagonista ci regala e che strappano al pubblico un sorriso, ma niente di più. La sceneggiatura, infatti, per quanto riguarda la parte comica non riesce completamente a convincere, in quanto alcuni punti della narrazione sembrano fatti per riempire spazi vuoti e per creare gag non necessarie.

Meglio riusciti sono quindi i momenti drammatici e malinconici (grazie anche ad alcuni cameo del personaggio di Colin Firth), dove Bridget deve fare i conti con la perdita del marito e deve riprendere in mano la sua vita, ricominciando così anche con il lavoro di produttrice televisiva. Lo spettatore riesce quindi sempre ad empatizzare con Bridget, ed è proprio questa caratteristica che ha portato al successo dapprima i libri e poi i film. Essere relatable è da sempre uno dei punti di forza della protagonista, in quanto incarna una donna stanca delle convenzioni sociali, irriverente e che fa figuracce. Renée Zellweger è brillante anche in quest’ultima pellicola, riuscendo a destreggiarsi nei momenti comici ma soprattutto in quelli più tristi, calandosi perfettamente nei panni di una donna alle prese con la sua nuova vita tra vecchie e nuove conoscenze. Nel film, infatti, ritroviamo volti già noti per gli amanti della saga, come Hugh Grant nel ruolo di Daniel Cleaver, ex amante della protagonista e instancabile playboy, che anche in questa pellicola emerge per le sue battute dissacranti e sempre taglienti; oppure la brillante dott.ssa Rawlings, interpretata da Emma Thompson, ginecologa di Bridget introdotta per la prima volta nel terzo capitolo della saga, quando la protagonista era rimasta incinta. Infine, i colleghi e gli amici di lunga data della donna, sempre pronti a spalleggiarla e supportarla nei momenti di bisogno.
Tra i nuovi volti invece figura Roxster (Leo Woodall), il primo interesse amoroso di Bridget dopo la morte di Mark Darcy. Roxster è un giovane avvenente che da subito cattura l’attenzione di Bridget e che la porta in un nuovo mondo del dating, fatto di ghosting e siti di incontri, ben diverso da quello che conosceva la protagonista. Il personaggio di Roxster però manca di profondità ed è un personaggio-tipo senza una particolare caratterizzazione, il cui unico tratto è quello di essere la fiamma più giovane della protagonista.

Inoltre, un nuovo protagonista della pellicola è Scott Wallaker (Chiwetel Ejiofor), l’interesse amoroso age-appropriate di Bridget nonché insegnante dei suoi figli, anche se quest’ultimo personaggio, a differenza di Roxster, è caratterizzato meglio ed ha più spessore a livello emotivo. Il film quindi, pur essendo ben realizzato, presenta personaggi inutili che non portano nulla alla narrazione; un esempio emblema è la babysitter Chloe (Nico Parker), che non viene minimamente approfondita nella pellicola.
Detto ciò, l’ultimo capitolo della saga rimane un film godibile, che scalda il cuore e che ancora una volta riesce a trasportarci nella rocambolesca vita della protagonista, lasciando però l’amaro in bocca in quanto la tanto amata Bridget non ritornerà più sul grande schermo.
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