N3 2025

8½  

Di Miriam Padovan  

Con (1963), Federico Fellini ha creato un capolavoro senza tempo, un film che non solo esplora la crisi  creativa e personale di un regista, ma si trasforma esso stesso in un’opera che ridefinisce il linguaggio cinematografico. Il protagonista Guido Anselmi, interpretato da Marcello Mastroianni, è l’incarnazione delle  incertezze di Fellini stesso, un autore in cerca di ispirazione che si ritrova intrappolato tra aspettative, ricordi e desideri inespressi. 

Nel 1960, reduce dal successo de La dolce vita, Fellini si trovava di fronte a un vuoto creativo che lo angosciava. L’idea originale di un film su uno scrittore in crisi non lo convinceva fino in fondo, e solo trasformando il protagonista in un regista il progetto prese forma. Così nacque , un titolo che allude al numero di film diretti fino a quel momento dal regista: sette lungometraggi, un episodio in un film collettivo e ora questa nuova opera, considerata a metà strada tra il reale e l’immaginario. 

Il film si distingue per la sua struttura non lineare, che fonde sogni, memorie e realtà in un unico flusso di coscienza. Questa scelta narrativa rispecchia perfettamente la confusione interiore del protagonista: non esistono confini netti tra il passato e il presente, tra il possibile e l’irrealizzabile. L’elemento onirico diventa così uno strumento per rappresentare la crisi creativa, un viaggio introspettivo nel quale Guido cerca di dare un senso alla sua arte e alla sua esistenza. 

Uno dei temi centrali di è il rapporto con l’infanzia e la memoria. Guido spesso si rifugia nei ricordi, che vengono presentati con una patina nostalgica ma al tempo stesso distorta. Un esempio iconico è la scena in cui ricorda la Saraghina (Eddra Gale), la donna che lo aveva iniziato al desiderio e alla trasgressione, ma che al tempo stesso lo aveva esposto al severo giudizio della Chiesa. La religione, infatti, gioca un ruolo chiave nel film, rappresentata come una presenza ingombrante che instilla sensi di colpa e impone limiti alla libertà individuale. 

Il sesso e l’amore sono altri elementi cruciali nella narrazione. Guido si trova circondato da donne che  rappresentano differenti aspetti della sua esistenza: la moglie Luisa (Anouk Aimée), simbolo di stabilità e  frustrazione; l’amante Carla (Sandra Milo), incarnazione della passione sfrenata; e la musa ideale (Claudia  Cardinale), un’immagine angelicata di un amore irraggiungibile. Fellini mostra con lucidità e ironia il caos  dei desideri maschili e l’incapacità di Guido di conciliare le diverse sfaccettature della sua vita affettiva.

L’arte e la creazione sono al centro della crisi esistenziale del protagonista. Guido, come Fellini, vive sotto la pressione delle aspettative altrui: produttori, attori e giornalisti lo assillano con domande e richieste, rendendo ancora più difficile per lui trovare una direzione artistica. Il film suggerisce che la creazione non può essere completamente controllata o pianificata, ma è un processo caotico che si nutre dell’esperienza e dell’incertezza. Centrale è la figura del critico cinematografico, che viene rappresentata in modo ironico e pungente. Guido è costantemente messo sotto pressione dalle opinioni del critico Carini (Jean Rougeul), un personaggio che sembra incarnare l’intransigenza e l’aridità di chi analizza l’arte con un approccio puramente intellettuale. Carini non solo giudica il lavoro di Guido con distacco e severità, ma rappresenta anche quel mondo della critica che spesso non riesce a cogliere l’essenza profonda della creazione artistica, cercando invece di incasellarla in categorie predefinite. Fellini usa questo personaggio per sottolineare la distanza tra  l’artista e il giudizio esterno, evidenziando come la creazione artistica sia un atto intimo e personale, difficilmente riducibile a mere formule analitiche. 

La scena finale di , in cui tutti i personaggi ballano in cerchio accompagnati dalle indimenticabili note di Nino Rota, rappresenta l’accettazione della confusione come parte integrante della vita. Guido non trova risposte definitive, ma sceglie di abbracciare il mistero e la bellezza dell’esistenza. La celebre struttura di impalcature, inizialmente simbolo del fallimento del suo film, si trasforma in un palcoscenico di celebrazione collettiva, un inno alla resilienza e alla capacità umana di trovare significato anche nel caos. 

Il termine “Felliniesque” nasce proprio dalla straordinaria capacità di Fellini di mescolare realtà e immaginazione, sogno e quotidianità, creando un’estetica che sfida ogni classificazione. Il suo cinema è popolato da personaggi iconici, ambientazioni surreali e una teatralità che esalta la natura illusoria dell’arte e della vita stessa. è un film che non si limita a raccontare una storia, ma diventa un’esperienza visiva ed emotiva unica, un’opera che continua a influenzare il cinema moderno e a ispirare generazioni di cineasti. 

Fellini ha sempre inserito elementi autobiografici nei suoi film, ma rappresenta il punto più alto di questa  introspezione artistica. Guido Anselmi è il suo alter ego, un regista che si confronta con le stesse insicurezze e domande esistenziali del suo creatore. La scelta di Mastroianni, truccato per assomigliare a Fellini, sottolinea ancora di più questa sovrapposizione tra autore e personaggio. Tuttavia, il film non è una semplice  autobiografia: è un’opera che trascende il personale per parlare a tutti coloro che si interrogano sul senso  dell’arte e della vita. 

Federico Fellini ha creato con un film che sfida le regole della narrazione classica e trasforma il caos della mente umana in un’opera d’arte visiva e concettuale. non è solo un film sulla crisi creativa di un regista, ma un’opera universale che esplora la complessità dell’essere umano. Con il suo approccio innovativo e la sua estetica straordinaria, Fellini ci regala un viaggio che è al tempo stesso personale e collettivo, un  sogno lucido che continua a ispirare e incantare gli spettatori di ogni epoca.

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Comments

Una risposta a “N3 2025”

  1. Avatar Gianni
    Gianni

    che bel numero<3 l’articolo sull’abbigliamento scritto benissimo!!

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