EDITORIALE
Di Edoardo Sampaoli e Giovanni “Fusco” Pinotti
Non c’è due senza tre, recita un celebre detto. E chi siamo noi umili studenti per contraddire la millenaria saggezza popolare?
Questo terzo numero del Voyage Dams è quello che finora ci ha impegnato di più, a causa del numero elevato di articoli, della cura nella ricerca e della mole di impegni di varia natura (ahinoi, principalmente accademica) che hanno appesantito il compito dei membri della nostra redazione. Siamo tuttavia sicuri nel poter affermare che c’è stato un importante salto di qualità nella scrittura e nei contenuti di ciascun articolo, un’evoluzione che ci rende orgogliosi non solo per una questione di soddisfazione personale, ma soprattutto per il pregio sostanziale sempre più elevato che – pian piano e con l’onnipresente spirito di autocritica e miglioramento che ci accompagna – ci sentiamo di aver raggiunto. Colgo quindi l’occasione per ringraziare tutte le nostre redattrici e i nostri redattori – e la nostra fondamentale e preziosissima grafica Luce – per la loro perseveranza, la loro fiducia in questo progetto e il loro appassionato fervore cinefilo. Ora che abbiamo finito di darci pacche sulla spalla da soli, è tempo di entrare nel merito del numero che state per leggere. Come consuetudine, ad aprire le danze sarà la 27-99, che questo mese raccoglierà alcune di quelle opere che presentano al loro interno una riflessione sul mezzo cinematografico e sulla sua industria, ovvero tutti quei film che si inseriscono nel longevo dibattito tramite il quale il cinema pondera intorno alla propria natura. Immancabile quindi la presenza dell’8 ½ felliniano e di Viale del tramonto di Wilder, ma anche di gemme nostrane come Nuovo Cinema Paradiso e inquietanti capolavori britannici come L’occhio che uccide.
Le Nuove Uscite dimostrano nuovamente tutto il proprio carattere eterogeneo e duttile, con stimolanti recensioni su alcuni dei titoli da noi ritenuti più meritevoli (o dei quali, più banalmente, ci andava di scrivere più di altri). Dal ritorno di Takeshi Kitano a quello di Bridget Jones, proseguendo per film da Oscar ed esordi italiani fino ad arrivare all’ultima fatica del tanto amato Bong Joon-ho, i nostri articoli sono pronti a offrire nuove prospettive e pareri su film freschi di sala – o di piattaforma, in certi casi.
Leggermente dimagrito rispetto al solito ma comunque vitale e vivace è il Muto, grazie al quale andremo a rivisitare alcuni grandi capolavori quali La stregoneria attraverso i secoli, il Faust di Murnau e La madre di Pudovkin. Un horror “documentaristico”, l’adattamento di un’opera fondamentale e un dramma rivoluzionario; anche qui ne potrete leggere delle belle, insomma.
E dove finiremmo senza le nostre imprescindibili rubriche? La Tecnica, dopo che il mese scorso ci aveva offerto un interessante parallelo tra Climax e Carnage, tornerà a parlare di Polański con l’esame delle strategie tecnico-narrative adottate dal regista nella sua trilogia dell’appartamento. I Costumi proseguiranno il loro interessantissimo discorso storico, analizzando gli indumenti fatti propri dal cinema durante gli anni Sessanta. Infine, dulcis in fundo, torna – dopo un mese di tregua durante il quale i cinefili hanno capito di non poter vivere in pace tra di loro – il Toro Scatenato, dove assisterete a prese di posizioni piuttosto forti su uno dei film che hanno segnato il 2024, The Substance.
In occasione della Giornata internazionale della donna, abbiamo deciso di dedicare una sezione importante – tanto da dare il volto alla copertina di questo mese – alle donne e/o al femminismo nel cinema; la sezione 8 marzo offrirà recensioni e riflessioni su autrici fondamentali quali Maya Deren e Margarethe von Trotta, film come Volver, Madre! e C’è ancora domani e capolavori come Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles. Uno spazio esclusivo è stato dedicato anche agli Oscar, entro cui potrete leggere le nostre opinioni sia alcuni dei film candidati dei quali non abbiamo avuto l’occasione di parlare in precedenza sia sulla cerimonia in sé. Particolarmente ricca per lunghezza e zelo è anche la sezione degli Approfondimenti. Quest’ultima non solo prosegue il viaggio a cavallo attraverso le sconfinate pianure del western revisionista (con un mini-saggio titanico che è costato a uno dei direttori della rivista quel che gli rimaneva della sua sanità mentale), ma presenta anche uno splendido articolo sul misterioso La jetée, ricco di analisi puntuali e riferimenti filosofici. Ci sarebbe altro da dire su questo numero di marzo e sulle novità che abbiamo in serbo per i prossimi mesi,ma non possiamo trattenerci oltre – d’altronde, abbiamo degli esami da preparare. Nella speranza di aver stuzzicato il vostro interesse e stimolato la vostra voglia di partecipazione (la Bacheca studenti è aperta a tutti e non giudica nessuno…), non ci resta che augurarvi buona lettura!
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