NUOVE USCITE
Di Sara Pellacani
Il re della savana torna sul grande schermo con una nuova pellicola, sempre targata Disney, diretta da Barry Jenkins (regista di Moonlight, Oscar come miglior film nel 2017). La trama di Mufasa – Il re leone (Mufasa: The Lion King) segue il racconto fatto da Rafiki a Kiara (la figlia di Simba e Nala) sulla vita e sull’ascesa al potere del nonno Mufasa.
Lo spettatore rivive quindi la storia del piccolo Mufasa che, a causa di un’inondazione, rimane senza genitori e disperso, fino all’incontro con un nuovo branco di leoni di cui fa parte Taka, figlio del capo branco Obasi, che diventerà come un fratello per il piccolo Mufasa.
Da qui tutta una serie di avventure e disavventure, ma soprattutto nuovi amori ed amicizie che aiuteranno i due leoni a crescere.
Dal punto di vista estetico e digitale, il film è perfetto, in quanto la CGI riesce a ricreare molto fedelmente tutti gli animali ed il paesaggio africano.
Ma, per quanto superbo tecnicamente, il film sembra fatto in serie e non riesce a far emozionare del tutto. I personaggi, infatti, non sono stati approfonditi nella scrittura e vengono riproposte sempre le stesse dinamiche. L’unico personaggio che riesce ad incuriosire di più è quello di Taka: interessante infatti è la villain origin story che propone il film su quest’ultimo personaggio, dato che, già dai primi momenti in cui compare sul grande schermo, lo spettatore già comprende cosa gli succederà e chi diventerà.
La pellicola non gode quindi di una grande profondità e per buona parte del film tutto ciò che vediamo sono gli inseguimenti dei leoni bianchi verso Mufasa, Taka e i loro nuovi compagni di viaggio: la leonessa Sarabi, il suo aiutante Bucero Zazu e Rafiki.

Ciò che vogliono i leoni bianchi (o gli emarginati, come vengono chiamati nel film) è vendicare l’uccisione da parte di Mufasa del figlio del capo branco Kiros.
Un altro punto a sfavore del film in Italia è il doppiaggio, che nelle parti dialogate non convince, mentre in quelle canore migliora, dato che alcuni dei doppiatori sono cantanti (vedi Elodie). Nel doppiaggio comunque vediamo nomi di grandi attori italiani come Luca Marinelli (voce di Mufasa) oppure Stefano Fresi ed Edoardo Leo (le rispettive voci di Pumbaa e Timon).
Sono poi questi ultimi due personaggi che, come negli altri film, hanno il ruolo di “giullari”, ma in questo caso la loro presenza sembra forzata e più che per necessità sembrano essere inseriti nella pellicola solo per il piacere del pubblico nel rivederli. I due infatti, insieme a Rafiki, dovrebbero badare a Kiara mentre Simba assiste al parto di Nala; nonostante ciò, Pumbaa e Timon non regalano grandi siparietti comici, né tantomeno possono aiutare Rafiki a raccontare la storia, poiché non presenti agli avvenimenti.
Il film, quindi, non sorprende, rimanendo quasi come un prodotto fatto con lo stampino. Tuttavia, resta comunque una pellicola godibile dai buoni sentimenti e valori destinata al grande pubblico.

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