N5 2025

I PECCATORI

Tra Black history, musica blues, storie d’amore e vampiri

Di Alessia Vannini

Ambientato nella conservatrice e razzista America del sud degli anni Trenta, il nuovo film di Ryan Coogler, I peccatori (Sinners), segue le orme dei fratelli gemelli Smoke e Stack (entrambi interpretati da Michael B. Jordan); ex veterani della Prima guerra mondiale e successivamente gangster al servizio di Al Capone e dell’organizzazione mafiosa Chicago Outfit, i due sono ora imprenditori.

Chicago non è altro che il Mississippi con edifici alti.

Al loro ritorno nel delta del Mississippi, i gemelli decidono di acquistare una vecchia segheria da un proprietario terriero razzista e la convertono in un juke joint per la comunità nera locale. Si unisce a loro anche il cugino Sammie (Miles Caton), un aspirante chitarrista il cui padre (Saul Williams) – un pastore – lo ha messo in guardia circa la natura diabolica della musica blues. I tre, assieme ad alcuni vecchi amici, radunano la comunità nera nella loro barrelhouse ristrutturata, ricca di musica ed alcool, ignari del fatto che la serata d’inaugurazione del juke joint si sarebbe rivelata l’inizio della fine. 

Se continui a ballare con il diavolo… un giorno ti seguirà fino a casa.

È così bello vedere finalmente proiettato nei cinema un film originale, che spicca per la sua innovatività nella marea di sequel, prequel, spin-off e remake che vengono costantemente rilasciati in questi anni. È davvero una bella boccata d’aria fresca. Con I peccatori, Ryan Coogler porta sullo schermo una maestosa opera d’arte: irriverente, potente, eccentrica, divertente, spaventosa e drammatica. Sì, il regista racchiude tutto questo nel film magistrale che è I peccatori. Se il fatto che sia un “film sui vampiri” potrebbe far storcere il naso perché è improbabile che abbia qualcosa di veramente innovativo da offrire, beh… Ryan ci fa immediatamente ricredere. 

Chiaramente non mancano pallottole d’argento, paletti di legno e aglio per sconfiggere i vampiri in attesa del sorgere del sole; quelli restano un classico. Tuttavia, credo che la caratteristica più distintiva di questo film sia il suo forte legame con la musica, la spiritualità che essa porta con sé e, soprattutto, la sua capacità di connettere le persone con le generazioni passate e future, evocate attraverso la potenza delle note.

I peccatori è un film che è stato girato e che vale la pena esser visto in formato IMAX, perché è indubbiamente il modo migliore per godersi al massimo l’esperienza. La colonna sonora è estremamente vigorosa e l’IMAX rende la visione così immersiva da far veramente percepire il ritmo nel nostro corpo e il suono scorrerci nelle vene. Ludwig Göransson è senza dubbio uno dei migliori compositori contemporanei e le sue colonne sonore sono così coinvolgenti da diventare inevitabilmente la spina dorsale del film stesso.

La grandezza e l’originalità di questo film sono innegabili. Inutile dire che quella sequenza è stata così strabiliante che mi ha fatto venire i brividi. La fusione di diverse epoche musicali e culture differenti è sensazionale, e l’intera scena si avvicina quasi ad un’esperienza trascendentale (sicuramente lo è stata per Sammie). È veramente una di quelle sequenze che ti fa dire a voce alta: “Questo è Cinema”. 

L’intera messa in scena è fantastica e la sequenza a cui ho fatto precedentemente riferimento è la riprova che l’Academy dovrebbe sinceramente includere una categoria dedicata alla Coreografia. L’aggiunta della categoria Stunt è stata un grande passo avanti, ma ci sono ancora molte altre categorie che vengono ingiustamente trascurate.

Restando sugli aspetti tecnici, la DOP Autumn Durald Arkapaw, collaboratrice regolare di Coogler, ha  decisamente fatto un lavoro eccezionale, rendendo la fotografia de I peccatori davvero mozzafiato. L’illuminazione e il color grading sono curati nel minimo dettaglio, enfatizzando anche visivamente (attraverso il contrasto tra scene luminose e scene oscure e colori caldi e colori freddi) la condizione in cui versano i personaggi. Non di minor importanza sono le sorprendenti variazioni dell’aspect ratio.

I peccatori si ispira indirettamente al celeberrimo bluesman del Mississippi Robert Johnson, diventato leggendario anche grazie alle voci che girano su di lui. Si vocifera infatti che Johnson avesse venduto la sua anima al diavolo in un remoto incrocio fra due strade in cambio di fama e fortuna. Secondo questa leggenda, in seguito alla morte della moglie, Johnson sarebbe scomparso per un anno intero e poi riapparso in possesso di un talento chitarristico sopraffino, nettamente superiore alle rudimentali melodie che i suoi concittadini ricordavano che lui suonasse. Secondo il mito, Robert avrebbe imparato direttamente dal diavolo a suonare la chitarra in modo eccellente, presumibilmente in cambio della sua anima.

In particolare, il personaggio di Sammie deve molto a Johnson, dal momento che viene visto come una “rivelazione” nella musica blues, allo stesso modo in cui Robert era ampiamente considerato come un visionario del blues. Robert Johnson è essenzialmente considerato l’inventore del rock ’n’ roll e la sua musica, i suoi testi, il suo sound distintivo e i suoi licks hanno ispirato molti grandi artisti come Eric Clapton, Bob Dylan, Keith Richards e Robert Plant.

Alla fine del film – allarme spoiler – in una scena post-credit ambientata negli anni Novanta, ci viene  rivelato che Sammie è ancora vivo e suona la chitarra elettrica. Ora anziano, Sammie è interpretato dal celeberrimo e talentuosissimo bluesman Buddy Guy. Quest’ultimo è stato una scelta di casting perfetta, perché è comunemente considerato il degno erede di B.B. King, che cerca di mantenere viva la musica blues. Come ha dichiarato lo stesso Buddy:

È un sogno che si avvera, ad essere onesti… […] Qualsiasi cosa possa aiutare il blues a restare in vita, io sono completamente favorevole, e farei qualsiasi cosa. Mi son detto che forse non so se sono abbastanza bravo per una cosa simile. Ma ci proverò, e se funziona, funziona, e se non funziona, almeno potrò dire di averci provato. […] E quando mi viene proposta una cosa del genere, lo faccio per aiutare il blues.

Per quanto riguarda l’attore che interpreta il giovane cuginetto di Smoke e Stack, Miles Caton, è a dir poco incredibile pensare che questo sia il suo debutto sul grande schermo. Sono sinceramente curiosa di vederlo in progetti futuri, perché è un attore da paura.

Michael B. Jordan – seguendo le orme di Robert Pattinson e Robert De Niro, rispettivamente in Mickey 17 (Bong Joon-ho, 2025) e The Alto Knights – I due volti del crimine (The Alto Knights, Barry Levinson, 2025) – si è unito al trend di quest’anno, secondo cui un singolo attore interpreta entrambi i ruoli principali in uno stesso film. Jordan eccelle con la sua duplice performance sia nei panni di Smoke che in quelli di Stack, e I peccatori è sicuramente il migliore esempio da prendere in analisi per valutare il suo ampio range attoriale. Smoke e Stack non sono solo vestiti di colori diversi, ma sono incredibilmente caratterizzati. Anche se chiaramente simili tra loro, l’attore gli conferisce personalità diverse attraverso i suoi movimenti, le sue espressioni, il suo atteggiamento e via dicendo.

Hailee Steinfeld è meravigliosa nel suo ritratto della femme fatale Mary, affascinante ma estremamente  pericolosa. Non mi soffermerò su tutte le prestazioni degli attori, ma i loro nomi sono essi stessi garanzia di qualità. Il cast presenta Wunmi Mosaku nei panni dell’amorevole e intelligente Annie – che ruba i riflettori in ogni scena in cui è presente; poi abbiamo Delroy Lindo, che interpreta l’esilarante ma coraggioso Delta Slim; il celeberrimo Omar Benson Miller nelle vesti dello spavaldo ma ingenuo Cornbread; Jayme Lawson che interpreta l’affascinante Pearline dalla voce d’oro; Li Jun Li e Yao come i generosi e impavidi Mr. e Mrs. Chow; e, naturalmente, Jack O’Connell, che interpreta nientemeno che il malvagio Remmick.

Ultima dote, ma non per importanza, che vale la pena esser citata è la regia di Coogler. Il suo talento non è mai passato inosservato, ma il regista si sta dimostrando sempre più notevole ad ogni film che fa. Ne I peccatori dà tutto se stesso, dando vita (o morte?) a fantastici personaggi che sono altrettanto magistralmente scritti. La storia è avvincente e mai banale o prevedibile. Per 138 minuti consecutivi, Ryan Coogler ci tiene sul filo del rasoio, dimostrando anche una grande conoscenza dell’ambiente storico e culturale in cui si svolge la sua storia: musica blues, il Ku Klux Klan, il proibizionismo, il lavoro forzato degli schiavi neri nei campi di cotone, gli immigrati irlandesi in America e così via. I vampiri, quindi, vengono utilizzati come una sottile – e forse poi non così tanto – satira riguardo all’appropriazione culturale della divorazione letterale di tutto quel patrimonio culturale della Black History da parte dei bianchi, interpretati dall’immigrato irlandese  Remmick e dai membri del Klan che fa sue vittime.

Oserei dire che I peccatori è il miglior film del 2025 uscito finora. Staremo a vedere se verrà superato.

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