N4 2025

LA CITTÀ PROIBITA 

Di Riccardo Morrone

Non scherzava Gabriele Mainetti quando presentava La città proibita (in sala dal 13 marzo) come «la storia di una ragazza cinese che parla solo la lingua del kung-fu»: un modo estremamente efficace di sintetizzare il ritorno in sala del regista romano a distanza di quasi quattro anni da Freaks Out (2021). La giovane Mei (Yaxi Liu), arrivata a Roma in cerca della sorella, investe come un tornado la regolare vita criminale dell’Esquilino e quella dei due boss, il cinese Mr. Wang (Shanshan Chunyu) e il romanissimo e dimesso Annibale (Marco Giallini, rauco al limite della comprensibilità). Sulla sua strada, oltre a tante botte e una sorpresa spiacevole, incrocerà Marcello (Enrico Borello, molto credibile), l’impacciato ragazzo romano che assieme alla madre Lorella (Sabrina Ferilli) gestisce l’osteria ‘Da Alfredo’, “quartier generale” di Annibale.

Grosso guaio all’Esquilino. Stavolta pe’ davero, non come in quella parodia scadente targata Prime Video con Lillo come protagonista. Con La città proibita, Mainetti dimostra una volta di più di sapersi destreggiare con criterio nel cinema di genere e, attraverso il suo limpido sguardo post-leoniano, riesce a conferire all’azione le forme di una danza incessante e vivace, sin dalla labirintica sequenza nel bordello in avvio. 

Non può non colpire, in generale, la grande cura riservata alle coreografie d’azione e agli stunt, affidati ad un team di professionisti di fama internazionale come lo stunt coordinator Troy Milenov e soprattutto il fight coordinator Liang Yang (la saga di Mission: Impossible, Doctor Strange in the Multiverse of Madness, ecc.). Allo stesso modo, è ampiamente ripagata anche la scelta di riservare il ruolo della protagonista alla stunt woman Yaxi Liu, interprete in grado di regalare una prova convincente nella quale la sua fisicità dirompente e la furia distruttiva quasi animalesca non offuscano completamente una delicatezza celata. C’è Roma ovviamente, presenza immancabile nel cinema di Mainetti.

Stavolta, ad emergere sono le mille facce di una Roma multietnica, viva, chiassosa, quasi febbrile: i portici di Piazza Vittorio e le vie che separano i due ristoranti diventano il teatro non solo di sanguinosi scontri acrobatici ma anche e soprattutto di aspri conflitti culturali (tra cinesi e romani nella criminalità così come nella ristorazione) e generazionali (tra Marcello e il «dinosauro» Annibale o tra Mr. Wang e il figlio). La romanità si conferma, in ogni caso, elemento totalizzante e imprescindibile chiave d’accesso e comprensione al suo immaginario, in maniera ancor più pregnante di quanto non lo fosse già nei due precedenti lungometraggi e negli ottimi corti Basette (2008) e Tiger Boy (2012).

Benché non tutti i pezzi del puzzle si incastrino con precisione geometrica, la pellicola galleggia in mezzo ad un oceano vastissimo di contaminazioni – da Occidente e da Oriente – e procede con una certa sicurezza, non senza perdere un po’ di brillantezza nella seconda parte anche a causa di un intreccio tutto sommato esile e di un finale troppo diluito (difetti questi da imputarsi forse più alla sceneggiatura della coppia Bises-Serino). In definitiva, parliamo di un’opera a tutti gli effetti difficile da giudicare, sospesa com’è tra la sua affascinante unicità – quella di essere uno spaghetti-wuxiapian – e la sensazione di un’occasione non sfruttata appieno. 
Infatti, nonostante sia probabilmente il suo film più solido (meno istintivo di Lo chiamavano Jeeg Robot del 2015 e decisamente più omogeneo del fin troppo ambizioso Freaks Out), ci pare che Mainetti necessiti ancora di compiere l’ultimo, decisivo step in vista della piena maturazione artistica: difatti, non si discute che sia tra i nomi più interessanti del paludoso panorama cinematografico nostrano ma, a quasi un decennio di distanza dal successo del suo esordio cinematografico, è legittimo ipotizzare che il gravoso carico di aspettative posto sulle sue spalle da una nicchia di appassionati chiassosi fosse ingeneroso e oltremodo sproporzionato.

Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39

Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *