N4 2025

IL CRITICO – CRIMINI TRA LE RIGHE

Di Miriam Padovan

Nel panorama cinematografico contemporaneo, in cui il potere della critica sembra sbiadire di fronte alla frenesia dell’informazione digitale, Il critico – Crimini tra le righe (The Critic, 2023) emerge come un’opera che riflette sul ruolo della  stampa culturale, l’influenza delle parole e la moralità nel giornalismo. Diretto da Anand Tucker e scritto da  Patrick Marber sulla base del romanzo Curtain Call (2015) di Anthony Quinn, il film si svolge nella Londra degli anni Trenta e intreccia teatro, politica e scandali personali in un thriller d’epoca carico di tensione.

Il protagonista, Jimmy Erskine (Ian McKellen), è il critico teatrale più temuto di Londra, in grado di determinare il destino di attori e compagnie con le sue recensioni pungenti. Tuttavia, la sua posizione è minacciata dall’arrivo di un nuovo proprietario al Daily Chronicle, David Brooke (Mark Strong), che intende rinnovare il giornale e ridimensionare il potere della critica. Per proteggere il suo status, Erskine si allea con l’attrice emergente Nina Land (Gemma Arterton), un tempo bersaglio delle sue stroncature, con un accordo manipolatorio che li vedrà coinvolti in una rete di inganni, tradimenti e ricatti, fino a un epilogo imprevedibile.

Uno dei punti di forza del film è la performance di Ian McKellen, che dipinge Erskine come un personaggio cinico, brillante e spietato, ma al contempo profondamente umano. L’attore incarna con maestria il fascino ambiguo di un uomo che usa la parola come arma, nascondendo le proprie insicurezze dietro un’ostentata superiorità intellettuale. Accanto a lui, Gemma Arterton offre una rappresentazione sfaccettata di Nina Land, donna combattuta tra ambizione e scrupoli morali, mentre Mark Strong interpreta un David Brooke inflessibile, ma vulnerabile alle manipolazioni del mondo teatrale. 

L’ambientazione del film è resa con grande attenzione ai dettagli, immergendo lo spettatore in un’epoca di fermento culturale e tensioni politiche. La Londra del 1934 prende vita attraverso scenografie opulente e una fotografia che accentua i contrasti tra la raffinatezza delle élite e la decadenza morale dei protagonisti. La regia di Tucker, pur efficace nel delineare il dramma, a volte sembra trattenersi, evitando di esplorare con maggiore audacia le sfumature più oscure della storia.

Se Il critico affascina per la sua ricostruzione storica e per le prove attoriali, alcuni aspetti della sceneggiatura risultano meno incisivi. Il ritmo del film alterna momenti di grande tensione a passaggi più prevedibili, e alcuni colpi di scena mancano di quel mordente che avrebbe potuto rendere la narrazione più avvincente. Inoltre, alcuni personaggi secondari, pur ben interpretati, vengono sacrificati in favore della trama principale, privando il film di ulteriori livelli di complessità.

In definitiva, Il critico è un’opera raffinata e suggestiva, che riesce a catturare l’essenza di un’epoca e a offrire spunti di riflessione sulla società, il potere e l’etica del giornalismo. Pur non privo di difetti, il film resta un’esperienza cinematografica avvincente, sostenuta da un cast di alto livello e da una storia che, nonostante qualche esitazione narrativa, lascia il segno. La critica, in fondo, è un’arma a doppio taglio, e Jimmy Erskine lo dimostra in modo magistrale.

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