N2 2025

ONIRISMO IN PASSERELLA

David Lynch tra Cinema e Moda

Di Morgana Maria Mosconi

Quello tra la Moda e il Cinema è uno dei legami più solidi del mondo creativo, e David Lynch ne è stato un assoluto protagonista. Ci ha insegnato che i costumi non sono solo vestiti, ma strumenti narrativi capaci di esplorare le paure, le fragilità e i desideri dell’essere umano. Tutti i costumi vengono utilizzati come espediente per raccontare visivamente l’immaginario, creando un rafforzamento visivo alla narrazione. Gli abiti presenti nelle sue pellicole hanno la capacità di scomporre il cosiddetto American Dream in diverse sfaccettature, ideati per la maggior parte dalla costumista e sceneggiatrice preferita da Lynch, Patricia Norris, candidata per sei volte agli Oscar e premiata ai Premi Emmy 1990 per i costumi dell’episodio pilota de I segreti di Twin Peaks (Twin Peaks, David Lynch e Mark Frost, 1990-1991). Nella serie, i costumi non solo definiscono i personaggi in modo particolarmente caratterizzato, ma rappresentano l’ambiguità che li circonda, facendosi percepire forzatamente stereotipati. I look rappresentano gli archetipi della provincia americana che in teoria dovrebbero rassicurarci, ma che finiscono poi per sconcertarci, nascondendo oscuri segreti dietro una patina di apparente ambiguità. Partendo da qui, molti stilisti hanno preso ispirazione dai costumi dei personaggi, in modo particolare dalla Signora Ceppo: Prada per la Fall Winter¹ 2017/2018 ne ha ricreato i costumi, ovviamente rielaborati in chiave della maison, composti da maglione e gonna al ginocchio in lana con aggiunta di cardigan del medesimo materiale, insieme a decorazioni ricamate in chiave naturalistica, rievocando in parte la palette dai colori caldi e autunnali dell’intera serie, che continua poi per tutta la sfilata (Fig. 1).

Prada Fall/Winter 2017/2018 (Fig.1)

Ma questa ispirazione da parte dei più grandi stilisti nasce ancora prima, con il capolavoro Velluto blu (Blue Velvet, 1986). I costumi indossati dalla protagonista, interpretata dalla splendida Isabella Rossellini, sono studiati nel dettaglio. Grazie ai loro colori vibranti, vengono resi lo specchio delle dinamiche di potere e della marginalizzazione della donna; amplificano il dolore del personaggio, incarnando il dualismo tra bellezza e vulnerabilità che attraversa tutto il film.

Isabella Rossellini in Velluto Blu (Fig.2)

Come simbolo abbiamo la classica vestaglia in velluto blu, colore piuttosto specifico e particolare che riesce ad essere sgargiante nonostante la sua sfumatura scura, chiusa in vita da un laccio dello stesso materiale (Fig. 2).

Gli abiti e la scenografia ambientati in un’America degli anni Novanta sono stati una grande fonte di ispirazione per molti designer piuttosto recenti. Il primo tra questi è Raf Simons, stilista belga dall’omonima casa di moda, che nella Fall Winter 2019/2020 con l’ambientazione, illuminata dello stesso blu presente nella pellicola, e gli abiti ricrea per certi versi l’atmosfera che troviamo raccontata nel film.

Molti pezzi della collezione riportano diverse sfumature dello stesso colore, come sciarpe o cinture che allacciano trench e vestaglie, e i trench stessi a spalle larghe. Egli decide anche di piazzare veri e propri frame del film su diversi capi, come farà anche con Twin Peaks, distruggendo gli stereotipi falsamente rassicuranti dei personaggi della serie e servendosi anche di una colonna sonora diretta da Lynch stesso nella Fall Winter 2016 (Fig. 3).

Collezioni di Raf Simons (Fig.3)

Altra importante designer che si ispira a Velluto blu è Rei Kawakubo, fondatrice del brand Comme des Garçons, che nella Spring Summer² 2016 sceglie di dar voce, attraverso abiti e palette colori, alle cosiddette donne emarginate e incomprese, un po’ come la protagonista del film. Nella collezione, oltre a capi di ogni tipo realizzati con velluto blu di varie sfumature, troviamo come colonna sonora la canzone cantata dalla protagonista nel film, che toglie ogni dubbio sulla ovvia citazione (Fig. 4).

Spring Summer 2016 di Comme Des Garçons (Fig.4)

Un altro importante titolo per i costumi, aventi un ruolo principale, è Mulholland Drive (2001). Gli abiti diventano simbolo di identità, cambiamento e alienazione delle protagoniste, tra le quali una si spoglia simbolicamente dei suoi vestiti, assumendo una nuova identità. Anche in questi possiamo trovare una caratterizzazione piuttosto forte, una notevole contrapposizione tra i due personaggi interpretati da Naomi Watts e Laura Harring.
David Lynch non è stato, però, solo passivamente un’ispirazione, ma ha collaborato lui stesso nel settore. Nel 2008 ha diretto lo spot Gucci by Gucci, con atmosfere riconducibili, soprattutto verso il finale, a Mulholland Drive, riconoscibile anche per colori e ambientazioni.

Nel 2010 gira il cortometraggio Lady Blue Shanghai per Dior, una produzione assolutamente lynchiana con protagonista Marion Cotillard nei panni di una donna senza nome. Appena arrivata nel suo albergo a Shanghai, sente un tango degli anni Venti e apre la porta, vedendo un vecchio giradischi dal quale proviene la musica, che dopo un po’ finisce; appare una borsa Dior in mezzo alla stanza, coperta da una nuvola di fumo. La donna chiama la reception per paura che qualcuno sia entrato nella camera, e quando la security le chiede se la borsa potesse essere di un qualche suo ospite, lei dice di non conoscere nessuno, essendo appena arrivata. Poco dopo inizia invece a raccontare di essere stata alla Shanghai Oriental Pearl Tower: si apre un flashback in una Shanghai del passato, in cui la donna incontra un uomo cinese in una stanza dalle tende rosse. I due si baciano tornando alla Shanghai attuale, correndo mano nella mano. L’uomo dice poi di dover andare, scomparendo mentre porge all’amante una rosa blu, facendo interrompere il flashback. La donna piange, si accascia sulla borsa nella stanza aprendola e trovando una rosa blu, che stringe al cuore.

Molti elementi di questo fashion film rimandano agli universi creati da Lynch: lo possiamo sentire nelle luci led della città che illuminano i due personaggi in fuga, insieme a riprese sfocate e sempre più ambigue, fino a diventare un unico flusso luminoso e confuso. Vediamo le tende rosse nella stanza dove la donna incontra l’uomo, particolare molto caro al regista. La parte onirica non manca, contrapponendo lo spazio del quotidiano e lo spazio del sogno, luogo attorniato da un alone di interferenza dal mondo quotidiano. È un progetto che non ha solamente il fine di sponsorizzare gli abiti sartoriali³ e la borsa Lady Dior della maison, ma racconta in profondità un amore finito e perduto, che tuttavia vive ancora nel passato e nei ricordi della protagonista. Questa sembra aver reciso quello stesso legame che però inconsciamente ancora la tormenta (Fig. 5).

Lady Blue Shanghai (Fig.5)

L’ultimo riferimento in passerella risale ad un’intera saga di Kenzo iniziata nel 2014, con fashion show curati nel dettaglio da Lynch in persona e i cui abiti riprendevano il caos dei suoi tipici immaginari. La collezione Fall Winter è firmata dalla coppia creativa Humberto Leon e Carol Lim, direttori creativi della casa di moda, i quali collaborano con il regista, che crea la scenografia e le musiche. L’atmosfera richiama le allucinazioni e la simbologia visiva a partire dai tessuti con superfici mai ferme. Tutto è trasportato sui capi in un modo inedito, lontano dal didascalico di alcune collezioni già citate, senza citazioni di film o immagini che raccontano la filmografia di David Lynch.

Fall Winter 2014 di Kenzo (Fig.6)

Lui stesso rimane un elemento emotivo che si materializza nei colori e nelle silhouette, con la proprietà di autoriformarsi. Una gonna a ruota rigida e ampia dai colori acidi viene accostata ad un abito maschile nella parte superiore stampato nei toni del rosso, e ciò trasforma il significato dell’insieme, come anche il tessuto matelassé di fibre sintetiche si increspa come una superficie minacciosa che si aggrappa al mistero dei colori (Fig. 6).

È da qui che il simbolo può avere un riferimento preciso: abbiamo il giallo limone di Lula in Cuore Selvaggio (Wild at Heart, 1990), il lilla di Laura in Twin Peaks e il viola di Dorothy in Velluto Blu. Nella sala-set, le panche per il pubblico sono sistemate in modo da disegnare un labirinto con molteplici vie d’uscita, che le modelle devono percorrere sfilando, portando all’atmosfera ambigua e inquietante (Fig. 7) che caratterizza il grande genio che è stato David Lynch.

Fall Winter 2014 di Kenzo (Fig.7)

1 Collezione autunno inverno, vestiti creati per queste stagioni solitamente mostrati tra febbraio e  marzo. 
2 Collezione primavera estate, vestiti creati per queste stagioni, presentate solitamente tra settembre e  ottobre. 
3 Comunemente usato per parlare di un capo d’abbigliamento realizzato a mano da un sarto, ma  utilizzato anche per abiti e modelli particolarmente eleganti e formali, come vediamo nel  cortometraggio. 
4 Linea del corpo, può essere sviluppata in varie forme da stilisti utilizzando capi stretti e larghi.
5 Gonna caratterizzata da un’ampia circonferenza per creare un effetto di ampiezza e larghezza.
6Tessuto a due strati, uno con figure e l’altro con disegni lineari, usualmente creato in seta o in lana.

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Comments

4 risposte a “N2 2025”

  1. Avatar milù
    milù

    bravissimə, ottimo lavoro, super interessante e completo!

  2. Avatar tami
    tami

    articolo bellissimo 🙂

  3. Avatar Camelia
    Camelia

    Love it🤍🤍
    Complimenti

  4. Avatar Edgardo Pistone
    Edgardo Pistone

    Grazie mille delle parole così ben scritte e puntuali.

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