DEDICA A DAVID LYNCH
TWIN PEAKS: FUOCO CAMMINA CON ME
Rimettere insieme i pezzi del puzzle che è Laura Palmer è più difficile di quel che sembra
Di Alessia Vannini

I segreti di Twin Peaks (Twin Peaks, David Lynch e Mark Frost, 1990-1991), il capolavoro di David Lynch, ha superato i confini della serialità televisiva, diventando un fenomeno di culto e un riferimento imprescindibile nella cultura pop contemporanea. Non si tratta di una semplice serie televisiva, di un qualunque universo narrativo, ma è un vero e proprio sogno febbrile, un’allucinazione collettiva, dove i confini tra realtà e onirico sono estremamente labili. Se da una parte quel damn good coffee e quell’eccezionale cherry pie del Double R Diner – il locale di Norma Jennings – che tanto piacciono all’agente Dale Cooper danno quel sentore di familiarità e ci ancorano ad un mondo realistico, a fare da controparte ci sono quelle iconiche tende rosse di cui David Lynch andava pazzo, che costituiscono uno degli elementi più caratteristici della Black Lodge (in italiano la “Loggia Nera”).

Twin Peaks non è solo una serie: il celebre show è stato seguito anche da un lungometraggio che funge da prequel, presentato in anteprima mondiale a Cannes il 16 maggio 1992. Twin Peaks: Fuoco cammina con me (Twin Peaks: Fire Walk with Me) non è tuttavia un semplice spin-off della serie, ma si tratta di un film con una sua identità autonoma che, sebbene approfondisca la storia narrata nella serie, per molti aspetti se ne discosta parecchio.
Con quest’opera, infatti, David Lynch ribalta drasticamente le aspettative dei fedeli spettatori della serie: Fuoco cammina con me non presenta più quel distintivo tono ironico e grottesco della serie, ma è molto più oscuro e tragico. È forse anche per questo che il pubblico, sentendosi estremamente spiazzato da una tale visione, ha fischiato e criticato aspramente il film al momento della sua anteprima. Tutt’oggi, su questo film e sull’intera produzione di Lynch in generale la critica è molto divisa: da una parte abbiamo chi considera l’opera come un capolavoro incompreso ed il suo creatore come un genio; dall’altra, invece, abbiamo chi ritiene questo e tanti dei suoi altri film come disturbanti e probabilmente solo meri esercizi di stile.
Chiaramente i gusti sono gusti e, soprattutto con un soggetto come Lynch, non ci sono tante vie di mezzo: o lo ami o lo odi. Tuttavia, è innegabile che Fuoco cammina con me sia un’opera d’arte estremamente densa di simbolismo e che richieda un’analisi approfondita e per niente superficiale per essere compresa.

Come anticipato, sebbene questo film getti più luce sulla figura di Laura Palmer, si discosta enormemente dalla serie per quanto riguarda il tono della narrazione. Se nella serie televisiva Laura è solo un insieme di racconti, prove e opinioni di persone che l’hanno conosciuta, questo film la pone come protagonista assoluta.
Qui, abbiamo modo di scoprire di più sulla figura di Laura e vederla in scena, in azione. Adesso non è più solo “colei che è deceduta”, ma ha una storia da raccontare: la sua storia, che tanti hanno cercato di riassumere e giudicare senza però averla mai vissuta in prima persona. È attraverso le azioni di Laura che abbiamo modo di conoscerla ed empatizzare con lei. Ci viene dato un quadro di lei e della sua vita travagliata, delle sue sofferenze e dei suoi traumi.

Finalmente, Laura è una persona in carne ed ossa che ci racconta la sua versione dei fatti. Seguiamo Laura – magistralmente interpretata da Sheryl Lee – nei suoi ultimi e strazianti sette giorni di vita. La ragazza viene dipinta come una figura tragica e vulnerabile, ma anche estremamente complessa.
Vengono esplorati i suoi traumi, gli abusi subiti e la dissoluzione della sua identità in un cumulo di dicerie e prove. L’atmosfera è sospesa tra sogno ed incubo ed il maestro David ci immerge in una narrazione frammentaria ed angosciante, che mescola il sovrannaturale con orrori estremamente terreni – il tutto sublimato dall’iconica colonna sonora di Angelo Badalamenti, capace di amplificare l’emozione e il senso di inquietudine.
Se inizialmente ci sentiamo quasi in diritto di giudicare le sue azioni come “immorali”, ben presto ci rendiamo conto che Laura non è altro che una giovane ragazza, intrappolata in una spirale di autodistruzione.
Piuttosto che dire “se l’è cercata”, dovremmo cercare di vedere finalmente le cose dal suo punto di vista, dal punto di vista della vittima. Una persona segnata dagli abusi, ella cerca con tutte le sue forze di lottare per mantenere il controllo della sua anima, per far sì che i suoi sensi di colpa, i rimproveri della sua famiglia e delle persone a lei care, l’effetto delle droghe di cui fa abbondante uso e quelle voci provenienti da un altro mondo non prendano definitivamente il sopravvento su di lei.

Sebbene David Lynch sia noto per essere il padre del Surrealismo moderno, un occhio più attento si renderà sicuramente conto che, sotto tutte quelle immagini oniriche, c’è un fondo di verità: una verità straziante e che fa paura, una verità che molti hanno negato o cercato di sotterrare e che, finalmente, sta riuscendo ad emergere.
Da non dimenticare è anche il film Twin Peaks: The Missing Pieces (2014): quest’opera, più che come un director’s cut, si presenta come un riempitivo di Fuoco cammina con me. Il film del 2014, come si potrebbe intuire dal titolo, è infatti una raccolta di scene tagliate dalla versione finale del film del 1992, novanta minuti di soli momenti inediti. Mentre Fuoco cammina con me è compatto e claustrofobico, quasi interamente focalizzato su Laura Palmer e il suo destino, The Missing Pieces restituisce più spazio ai personaggi secondari e ai toni surreali della serie.
Se, come accennato precedentemente, la serie è caratterizzata da un tono piuttosto sarcastico e grottesco, mentre il film è decisamente più tragico e agghiacciante, The Missing Pieces funge un po’ da collante tra i due: in questo film troviamo infatti scene che sono, in prevalenza, non monopolizzate da Laura, ma che esplorano altri personaggi secondari ma pur sempre estremamente importanti ai fini della storia. Ci sono più scene che vedono la presenza dello straordinario Duca Bianco David Bowie nei panni di Phillip Jeffries, e pure più scene con l’urlatore Gordon Cole, interpretato dallo stesso Lynch. Inoltre, anche l’aspetto sovrannaturale viene espanso: ci sono sequenze inedite nella Loggia Nera che rendono la simbologia più stratificata e disturbante.

L’estensione della storyline di Leland Palmer fornisce dettagli sul suo doppio volto e sul suo rapporto con Laura, rendendo ancora più tragica la sua figura. L’aggiunta di piccoli momenti intimi della vita di Laura rafforza il suo ritratto di adolescente in bilico tra normalità e tragedia. D’altro canto, però, ci sono anche scene come quelle che mostrano più a lungo la vita nella stazione di polizia di Twin Peaks, che aggiungono una sfumatura di familiarità e leggerezza in contrasto con l’angoscia del film principale.
In Twin Peaks: Fuoco cammina con me, la talentuosa Sheryl Lee rende la sofferenza di Laura autentica e devastante, trasformandola da semplice icona del mistero (nella serie) a un personaggio profondamente umano. Se quindi Fuoco cammina con me ci offre una prospettiva completamente diversa rispetto alla serie, rispondendo a domande lasciate senza risposta, The Missing Pieces, a sua volta, ci restituisce una chiave di lettura ancora differente, rendendo la visione dell’opera in toto più chiara sotto alcuni aspetti e più criptica sotto altri. Ciò che è sicuro è che David Lynch ci lascerà sempre con più domande che risposte, invitandoci a riflettere ed analizzare ciò che vediamo e non fermandoci solo a ciò che appare, ma cercando di scoprire i significati nascosti che il mondo di Twin Peaks porta con sé.
Analizzando temi estremamente forti come la dualità tra il Bene ed il Male, il contrasto tra innocenza e perdizione, la predestinazione ed il libero arbitrio, David Lynch ci restituisce un ritratto ben distante da quel volto sorridente da reginetta della scuola. La sua foto così emblematica nelle vesti dell’Homecoming Queen si rivela quindi essere solo una maschera, che nasconde dietro di sé una cascata di orrori e misteri, generando un enorme senso di desolazione per un’adolescenza perduta, sottrattale con la violenza.

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